La città fantasma

eravamo a palolem tranquilli, posto stupendo, sole a intermittena ma piu’ presente che assente, insomma, un paradiso. Invece abbiamo deciso di passare gli ultimi due giorni a Goa ad Anjuna, meta dei partiers. non ci aspettavamo folle di gente ma nemmeno una desolazione totale.
Innazitutto il viaggio: 100 chilometri, 4 pullman, 5 ore… gia’ questo mette un po’ alla prova il buonumore. Le condizioni atmosferiche al nostro arrivo: nuovoloni minaciosi e poi monsone! Ma il meglio e’ la popolaione di anjuna off season: all’uscita di una guest house incontriamo un bianco, scheletrico, ma davvero scheletrico, tumefatto, con lo sguardo da tossico incattivito> Comincia un po’ d’ansia…
Un vecchietto ci abborda per la strada e ci offre una camera a 150 rupie, ottimo affare, cosi’ lo seguiamo. Ci porta da un altro vecchietto, che ci accopglie sulla porta di casa con dei tubi di acciaio fra i piedi e l’ubriachezza molesta nel cuore e nel cervello.. decidiamo di provare da una’ltra parte. Finalmente troviamo una sistemazione, ma qui dobbiamo fare i conti con la diffidenza degli abitanti di anjuna, che si preocupano subito della tua nazionalita’. Per fortuna gli italiani piacciono, e non mancano di farci notare l’insofferenza per gli israeliani. E’ vero che ne arrivano orde a Goa ogni inverno, ma dev’essere proprio una situazione pesante se gli abitanti reagiscono cosi’…
Camminata sulla scogliera, che sembra molto quella di Varkala, con la differenza che qui e’ tutto deserto, solo qualche cane, mucca e vecchietta. Raggiungiamo l’unico bar aperto in fondo alla spiaggia: li’ ci acolgono anziani ravers reduci dal sabato sera… (nel frattempo pero’ erano gia’ le cinque del pomeriggio!)
Insomma, in realta’ il posto e’ molto bello, ma assolutakmente da evitare fuori stagione. Ovviamente proprio nel momento della partena non poteva mancare l’incontro con il tossico, ancora piu’ imbruttito, che chiedeva soldi a degli indiani… mah!

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