prima di raccontare gli ultimi giorni alcune annotazioni generali che ci dimentichiamo sempre di scrivere. Partiamo dal traffico indiamo: a parte il fatto che tutti suonano il clacson sempre, la cosa divertente sono le retro, che hanno dei jingle strani, i piu’ gettonati sono lambada, tanti auguri a te, always cocacola… Ma una cosa davvero carina e’ trovarsi nei paraggi di una scuola all’uscita: migliaia di bimbetti che si ammassano sugli scuolabus, e, ancora meglio, si pigiano nei riscio’ (anche 15 bambini!)
terza annotaione (oggi siamo filosofici, poi capirete perche’): se a Kumily con 15 gradi le donne giravano comunque in sari e basta, qui con 30 gradi ci sno donne e uomini con il maglione di lana nelle ore piu’ calde… mah!
Il secondo giorno a Mysore e’ trascorso tra un altro giro al mercato (con acquisto di incensi), e la visita a Chamudi hill poco fuori Mysore. La chiamano collina ma in realt’ e’ 1200 metri. In cima c’e’ il tempio di Chamudi (ovvero Kali) e un museo della Spiritual University (che hanche varie sedi in Italia) dove gli studenti si preparano ad accogliere la fine dell’era del ferro e il ritorno dell’era dell’oro (un po’ piu’ positiva del giudizio universale, comunque anche li’ un sacco di morti, per quelli che non hanno la conoscenza). I veri fedeli per ragiungere il tempio salgono mille scalini (scalini e’ una parola grossa, lastre di pietra scivolose e di varia altezza). Noi li facciamo in discesa, ma ne portiamo comunque i segni per i successivi due giorni. A meta’ discesa pero’ c’e’ un Nandi (toro di Shiva) gigante, tutto decorato di fiori e colori. La vista di Mysore dall’alto, che secondo la guida era il motivo principale per affrontare la fatica dei milel gradini, ci lascia un po’ perplessi, anzi, non c’era perchee’ e’ pieno di alberi. e pieno anche di scimmie.
Ieri siamo andati invece a un monastero buddista qui vicino (ci sono molti insediamenti di esuli tibetan in quest’area). Sembrava di essere in un film, con tanto di piccoli monaci che giocavano a calcio in un prato, tanti sorrisi e una bella atmosfera. Peccato per le 6 ore di pullman andata e ritorno(altra riflessione: pullman ultra deluxe, ma strada ultra demerde!)
Stamattina siamo andati a un altro tempio nei dintorni, l’unico completo del periodo hoyala, con la pianta a stella e un tripudio di bassorilievi sulle facciate esterne. Nel tragitto facciamo la conoscenza di una donna austriaca, molto esperta dell’india, simpatica e piacevole conversatrice, con cui torniamo e pranziamo perche’ scopriamo d stare nello stesso albergo. Lei ci racconta di aver conosciuto un sadhu vicino a Chamudi hill. allora torniamo ai piedi della scalinata, e la ricerca e’ ardua, perche’ ciascuno ci da’ indicazioni diverse. ma alla fine entriamo un cancelo e compare il sadhu,
con cui passiamo un bel pomeriggio, fatto di discussioni, silenzi pieni di pace, e un continuo osservare il suo viso cosi’ sereno. Ci porta a visitare la tomba del suo guru, che ha passato 25 anni in una caverna sulla collina. Mentre siamo li’ i due vecchietti che vivono con lui ci portano una foglia di banano p[iena di riso… era anche buono, ma avevamo appena mangiato un tali enorme.. Lo spiegamo allo swami, chiedendogli di scusarci con i due vecchietti. lui allora ci dice di assaggiarne solo un po’ e ci ustioniamo le mani perche’ era davvero ready meal! Lo swami e’ circondato da cani e scimmie, un San Francesco tropicale. Alla fine andiamo anche noi a comprare i biscotti per i cani, ma una scimmia lestissima ci fotte una confezionme intera! Ce ne andiamo contenti, noi, i cani, e magari anche il sadhu che ha avuto un pbblico attento per qualche ora. Con un grande desiderio di tornare a trovarlo la prossima volta (che mi sa ma sara’ presto).
Adesso andiamo verso il mare evviva ! In realta’ ci sarebbe Hampi che ci affascina una sacco e tutti ci dicono che e’ bellissima, ma visto che ormai abbiamo pochi giorni e li’ ci si sta tranquillamente piu’ di una settimana ce lo riserviamo per la prossima.