Haridwar

siamo tornati in india, con tutto il bene e il male che questo significa. Siamo abituati, ma non lo siamo mai abbastanza!
fuggiti da Delhi, il suo caldo torrido e il bordello.
Haridwar, citta’ di pellegrini, citta’ del kumb mhela… La immaginiamo nei giorni del mehla, le stradine gia’ gremite di gente ora, il lungo gange affollato di sadhu e pellegrini rimasti qui dall’ultimo mhela di febbario… meno male siamo passati adesso perche’ gia’ ci sembra abbastanza! Decidiamo che non siamo ancora pronti per varanasi nonostante sia il secondo viaggio in india!
qui ruota tutto intorno al gange e alla pooja della sera. Arriviamo in anticipo, alle 5, e ci fermiamo sul ponte a guardare i pellegrini che si ammassano sulle rive in attesa della preghiera. Intanto assistiamo a una cerimonia di iniziazione di un monaco/sadhu/sacerdote (boh)che culmina in una bella bevuta di acqua di gange. Se sopravvivi sei per forza un santone! Non sappiamo che fine abbia fatto il tipo…
qui vedi davvero la fede indu’ all’opera: si buttano nelle acque impetuose (perche’ il gange qui e’ appena sceso dall’himalaya, ma gia’ di colore fango-ganga), immergono bambini di neanche un anno, si siedono tutti poer terra (anche noi, sigh!) ad aspettare per ore impassibili… non abbiamo capito un granche’ del rituale della pooja (praticamente fanno una serie di preghiere tutti insieme e poi lanciano nel gange dei cestini di fiori colorati con una candela accesa) comunque bello! insieme alle offerte, qualcuno offriva al gange i sacchi della monnezza, proprio li’ nel luogo della cerimonia!
ora dheradun, che si dice ridente cittadina in collina, e invece tipica citta’ indiana senza nulla a parte sporcizia e rumore. Domani scappiamo verso l’himalaya

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