E’ la seconda versione, prima non ci ha pubblicato il post, ma abbiamo cambiato computer e ci riproviamo.
Il 6 agosto, ultimo giorno a Yangon, arrivo previsto alle 6 del mattino, ma il bus da Bagan e’ in anticipo e ci ritorviamo alla stazione del bus alle 4: e’ ancora buio e noi siamo addormentati. saliamo su un taxi, quello che ci propone la tariffa piu’ conveniente, e’ un Pajero (particolare che si rivelera’ importante). Ci scarica alla guesthouse in centro Yangon ma ha fretta (sapremo poi che e’ a fine turno), cosi’ nella fretta e nel buio della notte io (Gio’) dimentico lo zainetto sul sedile posteriore. Massi siaccorge quasi subito ma il Pajero e’ gia’ scomparso.Non ho neanche una scusa per dare la colpa a lui, mannaggia!Il portiere dell’abergo, che abbiamo svegliato e sembra ancora piu’ assonnato di noi (la mattina dopo doveva svegliarci alle 6 ma ovviamente quando siamo uscito per andare in aeroporto dormiva ancora!)ci consiglia di tornare alla stazione degli autobus perche’ il nostro uomo sara’ sicuramente tornato li’. e inizia il viaggio numero due alla stazione dei bus: li’ pero’ scopriamo che il nostro Pajero e’ l’unicao Pajero-taxi in tutta Yangon (che culo!) e che si fa vedere solo una volta al giorno, al mattino presto quando ha caricato noi. Nel viaggio di ritorno cominciamo pero’ a valutare le perdite e apensare che tutto sommato non c’era granch’ di valore: medicine – che per un allergico sono importanti ma nulla che non si possa ricomprare a Bangkok: occhiali da sole- un pretesto per comprarne un paio nuovi! un libro che avevo appena iniziato e che mi stava prendendo tantissimo (Animal, sulla tragedia di Bhopal raccontata da un ragazzino: una collana comprata in India e che mi piaceva tantissimo; il pile….alla fine forse il taxista ci riportera’ lo zaino perche’ non ci sono ne’ soldi ne’ passaporto (come ci suggeriscono gli altri taxisti). Ritorniamo alla guesthouse che sono ormai le otto, facciamo colazione e ci mettiamo a dormire un po’ sperando di trovare lo zaino al nostro risveglio. ma nulla! Dopo pranzo, ormai rassegnata a ricomprare le medicine e gli occhiali, e a tornare in Kerala per la mia collana (bella scusa:-), quando avevo gia’ letto qualche capitolo di un nuovo libro, una guida turistica che bazzica la guesthouse in cerca di clienti e che essendo ormai pomeriggio inoltrato non aveva altro dafre, si propone di aiutarci a recuperare zaino e taxista. Un po’ infastiditi, perche’ ormai ci eravamo abituati all’idea, acconsentiamo.
Inizia cosi’ il terzo viaggio alla stazioen degli autobus. Li’ dopo un frenetico scambio di battute fra la nostra guida e un tassista che ci aveva visto al mattino, ripartiamo alla ricerca del Pajero che il taxista ci assicura di poter trovare in due ore. Sono le sei, gli concediamo due ore prima di cena…
E infatti in quaranta minuti arriviamo alla stazione ferroviaria dove scopriamo a) che il Pajeroe’ guidato da due uomini e che il nostro uomo(quello ciccione, l’altro segno di riconoscimento) fa il turno di notte quindi dopo di noi aveva staccato e b) che arriva massimo alle 8 di sera proprio alla stazione. Alle 8 non si fa ancora vedere e quindi torniamo alla guesthouse accompaganti dalla guida e dall’altro taxista, mentre si fa strada il pensiero che l’uomo del pajero sia in ritardo proprio perche’ e’ tornato alla guesthouse a portarci lo zaino… E infatti appena imboccato il vicolo della guesthouse ecco un Pajero parcheggiato. Evviva, evviva! Inizia cosi’ il coro di "check, check!": tassista del Pajero, tassista numero due, guida e portire addormenteato della guesthouse, tutti mi circondano e pretendono che apra lo zaino per controllare che ci sia tutto. Capisco che e’ una questione di onoe, e quindi obbedisco. Tutti soddisfatti, a noi e’ costato qualche ora di traffico e qualche mancia, ma alla fine abbiamo dato lavoro a un tot di persone e tutti erano felici!
Abbiamo efsteggiato con un delizioso thali al ristorante south indian di cui siamo diventati clienti abituali…
Di Kanchanaburi, dove siamo ora, vi racconteremo poi, che e’ ora di cena e siamo stanchi