I giorni delle scale

di tutte quelle che abbiamo salito/disceso, migliaia di scalini (tutti di altezze diverse, cazzo!) per accumulare punti karma..
siamo tornati su chamudi hill, scendendo in scioltezza il migliaio di scalini, tutti orgogliosi di aver smesso di fumare, il nostro sadhu non c’era, sostituito da due pusher di bassa lega che non abbiamo capito cosa ci facessero li’, e su cui abbiamo preferito non indagare troppo.
Nel frattempo il sadhu ha ricevuto qualche donazione per il suo guru, hanno infatti finito di costruire il tempio ed e’ comparsa una statua d’oro del guru stesso.
Il nostro pellegrinaggio e’ continuato a Shravanabelagola, 770 scalini nella roccia, a cui ne vanno aggiunti 200 fatti all’inizio su una scala/collina sbagliata (c’erano comunque templi ma noi volevamo il monolite piu’ grande del mondo).
La statua ripaga fortunatamente di tutta la fatica fatta per arrivare lassu’,e anche l’atmosfera era proprio piacevole.

E’ da quando siamo qui che vogliamo deliziarvi con le battute che la Airtel ci manda ogni giorno ( altro che humour inglese!) eccone un esempio, gli errori sono compresi nell’originale:
JOK:Husband to wife:Why do you keep reading our marriage license? Wife to husband: I’m looking for the expiry date.
Anche babbo Natale va per la maggiore:
JOK: Santa goes to a shop to buy a tv and asks the shopkeeper: do you have colour tvs? Shopkeeper: Sure sir. Santa: Give me a green one, please. Shocked

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Mysore 3 un anno dopo

siamo riusciti ad anticpare il volo per il sud, ed e’tornato il sorriso, sulle nostre facce e su quelle degli indiani!
appena usciti dall’areoporto a bangalore gia’ si respirava un’altyra aria: era il profumo dei fiori, finalmente, i gelsomini che ornano tutte le immagini sacre e i capelli delle donne (anziche’ quelle sqalide corone di fiori di plastica che usano al nord!).
Bangalore e’ quasi irreale: la poverta’ e’ molto ben nascosta, le strade, pulite, traboccano di suopermercati, negozi benetton e lacoste, centri commerciali, ecc. Abbiamo pure mangiato dei sandwich e il fish and chips con una birra! Poi due giorni a letto a smaltire l’inflluenza asiatica che abbiamo preso su aln ord.
E ieri siamo tornati a Mysore, che ci ha accolto con la sua atmosfera calorosa. All’hotel ci hanno dato la stessa camera dell’anno scorso. Impazienti siamo corsi al de4vraja market per vedere i fiori colorati e comprare gli incensi, e anche qui i nostri venditori di incenso dell’anno scorso ci hanno riconosciuto e festeggiato con un cocco verde.

Insomma guardando i sorrisi delle persone ci sentiamo quasi a casa.
Oggi torniamo a salutare il nostro sadhu ai piedi di chamudi hill e domani ci aspetta u tempio jain con la statua monolita piu’ alta del mondo.

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da Risikesh a Nanital

risikesh era un’oasi di tranquillita’ in uttaranchl, ma noi convinti a vedere l’himalaya a tutti i costi ce ne siamo andati… il trekking nella valle dei fiori ce lo siamo giocati perche’ la valle e’ inagibile per una frana (ma giugno, luglio e agosto sono anche i soli mesi in cui si puo’ visitare!). Iniziamo quindi un lungo viaggio verso Nanital ripassando per Haridwar,ora stracolma di pellegrini shivaiti infoiati, e’ settimana santa. Atraversiamo in bus una serie di citta’ utte uguali, che, come dice l’autore di "pollo a burro a Ludhiana" , sono catterizzate come tutte le citta’ del nord dell’India da: sporcizia, fogne a cielo aperto, puzza, traffico e rumore. Nel mezzo del viaggio in una sosta in una di queste citta’ sale sull’autobus un uomo tutto serio, che alzando il dito minaccioso comincia un discorso ancora piu’ minaccioso rivolto a tutti i passeggeri… Sembra un castigatore dei costumi o un kamikaze pronto ad agire, e invece a un tratto sfodera la sua arma segreta: era solo un venditore di un surrogato del balsamo di tigre. Con questa tattica non ne ha venduto manco uno!
Ora siamo a Nainital, l’incazzatura verso il nord dell’india aumenta: qui e’ impossibile trovare un posto decente per dormire a prezzi ragionevoli, e’ tutto carissimo e super zozzo. Adesso proviamo ad anticipare il volo per il sud, e forse ce ne andiamo qualche giorno a casa di un indiano in montagna (ad almora, dove stava terzani). Ma la delusione per questa zona dell’india e’ tanta e ci passa anche la voglia di fidarci del primo indiano carino conosciuto qui.

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Aiuto i frikkettoni…_ Risikesh

dopo una notte difficile (lo stomaco e l’esofago in fiamme, ma massi e’ tre giorni che non sta bene…) lasciamo dheradun per risikesh. Si sa, risikesh e’ il posto dove i Beatles sono venuti a fare i fricchettoni nell’ashram e da allora resta LA meta dei "presi bene" in india.
Ma abbiamo bisogno di risposarci e un posto turistico e’ l’ideale per fermarsi qualche gionro senza troppe preoccupazioni. Non contenti pero; ci affidiamo pure alla Lonely Planet di massi, che, anche questo si sa, apre le porte di un mondo assai poco lonely! In realta’ il luogo in se’ e’ super carino, in collina, vista gange e risikesh dall’alto, internet cafe’, yoga e massaggi, ristorante che fa pasta, pizza, e verdure e frutta disinfettate (poi vi diremo come reagisce lo stomaco) … figata!
ma abbiamo sopravvalutato la nostra capacita’ di relazionarci con il fricchettone in india: diciamocelo, siamo degli snob, ma essere svegliati nel riposino pomeridiano dopo il viaggio da un gruppo di "presi bene" con bonghi, campanelli e canti stile mantra (magari fossero mantra veri) no! odio odio odio (massi) speriamo non suonino tutta notte, io qui un paio di giorni tranquilla ci starei (gio)

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Haridwar

siamo tornati in india, con tutto il bene e il male che questo significa. Siamo abituati, ma non lo siamo mai abbastanza!
fuggiti da Delhi, il suo caldo torrido e il bordello.
Haridwar, citta’ di pellegrini, citta’ del kumb mhela… La immaginiamo nei giorni del mehla, le stradine gia’ gremite di gente ora, il lungo gange affollato di sadhu e pellegrini rimasti qui dall’ultimo mhela di febbario… meno male siamo passati adesso perche’ gia’ ci sembra abbastanza! Decidiamo che non siamo ancora pronti per varanasi nonostante sia il secondo viaggio in india!
qui ruota tutto intorno al gange e alla pooja della sera. Arriviamo in anticipo, alle 5, e ci fermiamo sul ponte a guardare i pellegrini che si ammassano sulle rive in attesa della preghiera. Intanto assistiamo a una cerimonia di iniziazione di un monaco/sadhu/sacerdote (boh)che culmina in una bella bevuta di acqua di gange. Se sopravvivi sei per forza un santone! Non sappiamo che fine abbia fatto il tipo…
qui vedi davvero la fede indu’ all’opera: si buttano nelle acque impetuose (perche’ il gange qui e’ appena sceso dall’himalaya, ma gia’ di colore fango-ganga), immergono bambini di neanche un anno, si siedono tutti poer terra (anche noi, sigh!) ad aspettare per ore impassibili… non abbiamo capito un granche’ del rituale della pooja (praticamente fanno una serie di preghiere tutti insieme e poi lanciano nel gange dei cestini di fiori colorati con una candela accesa) comunque bello! insieme alle offerte, qualcuno offriva al gange i sacchi della monnezza, proprio li’ nel luogo della cerimonia!
ora dheradun, che si dice ridente cittadina in collina, e invece tipica citta’ indiana senza nulla a parte sporcizia e rumore. Domani scappiamo verso l’himalaya

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Mumbay – Milano

mumbai non sembra una bella citta’, E’ una bella citta’ e più passano le ore e piu’ cresce il deisderio di fermarsi ancora… soprattutto quando ci ferma per strada un ragazzo e ci chiede se vogliamo fare le comparse per il suo film… e davvero la carriera di star di bollywood sarebbe ssicurata, visto che alle 3 di lunedì pomeriggio le code davanti ai cinema sono gia’ lunghissime…

ma ci tocca rinunciare ai fasti di bollywood e incamminarci verso l’aereoporto… 27 chilometri di gente, case e baracche senza interruzione e due ore e mezza di traffico! e Dopo poche ore ci ritorviamo in pizza cadorna alle 9.30 del mattino, un delirio di pendolari tristi, anche noi tristi. Milano ci sembra asettica, un grande ospadale senza odori e colori, e facciamo fatica a toglierci di dosso le abitudini indiane, come quella di gettare la monnezza dal finestrino… ci salva solo la mozzarella di bufala del gianni! E poi lo shock di vedere tutti questi culi e tette in bella vista… mah, le indiane sembrano tanto più eleganti a confronto.
per fortuna ci restano i ricordi e gli occhi che si illuminano parlando dell’india. e, forse, mi resta anche la borsa di studio per il perfezionamento all’estero, che ci porterebbe di nuovo presto laggiù. Comunque quello che ci dicevano prima di partire è proprio vero: l’India o la ami o la odi, non ci sono mezze misure, e noi ne siamo stati conquistati!

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Mumbay (fu Bombay)

il viaggio per Mumbai e’ stato abbastanza avventuroso… Arriviamo due ore prima in stazione ma… sorpresa! e’ il primo treno indiano per cui ci vuole la prenotazione obbligatoria, e non c’era scritto sulla bibbia dei treni… neppure la tipa in agenzia a cui avevamo chiesto conferma dell’orario ci aveva avvisato… Ci ritorviamo in mezzo al nulla, che’ la stazione ferroviaria non e’ vicino alla costa… Non siamo neanche troppo preoccupati pero’ in un modo o nell’altro si risolve, pensiamo con buono spirito indiano. Infatti torniamo a Mapusa in cerca di un bus e troviamo un autista scorreggione che sta tornando a Bombay con la sua tata indica, ci costa 1000 rupie in piu’ del bus, quindi accettiamo, anche perche’ se no avremmo dovuto aspettare per ore.
cosi’ ci facciamo undici ore di viaggio allietati dagli olezzi, e dalla strada, o meglio, dall’autostrada che e’ una strada di montagna dissestata. Per strada raccogliamo un altro indiano che da’ il cambio alla guida al nostro autista, ed e’ anche un po’ piu’ prudente quindi ci rilassiamo un po’.
Arriviamo a Bombay a tarda sera, ma siamo nel pieno dei festeggiamenti per il compleanno di Ganesh, e quindi gente di ogni eta’ dappertutto, almeno verso il centro che invece e’ piu’ tranquillo. La citta’ e’ stridente come ce l’aspettavamo: bei palazzi e locali alla moda, insieme a migliaia di catapecchie e gente che dorme sul ciglio della "tangenziale", un po’ come vivere in una baracca in circonvallazione. Eppure la cosa che continua a stupirci e’ che le donne sono comunque sempre impeccabili nelle loro sari e abiti colorati… e poi ci siamo fatti anche un bel po’ di pelo sullo stomaco, perche’ proviamo certo dolore ma non l’orrore che ci aveva assalito a madras per un decimo di quello che c’e’ qui!
oggi, super colazione in pasticceria, e shopping… alla fine se hai i soldi (e neanche troppi) a Bombay si vive anche bene… se accetti di uscire di casa e trovare una famiglia che abita sul marciapiedi…
Adesso cerchiamo di raggiungere le torri-cimitero dei parsi (dove i cadaveri vengono lasciati li’ e divorati dagli uccelli, o almeno dovrebbero, adesso ci sono meno uccelli e carne in esubero… le torri poi sono in mezzo alla citta’, e quindi i corvi abbandonano pezzi di cadaveri sulla testa della gente…) Comunque ci avventuriamo un po’ alla cieca, perche’ se chiedi informazioni a un poliziotto non sa neppure di cosa stai parlando… la gente cerca di aiutarti un po’ di piu’ ma… E’ come, usando le parole di Marcello, essere in piazza Duomo a Milano e chiedere del Castello sforzesco e non trovare nessuno che lo sappia!
intanto la città brulica gia’ dei dabawallash, che portano le schiscette da casa all’ufficio, i piu’ sfigati in bicicletta, quelli organizzati con un carretto stracolmo

ultimo post dall’india, con malinconia… torniamo fra pochi giorni con le foto finalmente!

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Calanguta – Goa

all’inizio del viaggio un po’ snob dicevamo che non saremmo passati a goa, e avremmo fatto bene! per fortuna siamo ancora in bassa stagione. Ieri ci dicevano che tempo un mese e la spiaggia brulica di gente tanto che e’ impossibile camminare. Insomma, la Rimini indiana, con divertimenti da riviera romagnola e le ultime hits occidentali.. mamcano solo piadine e bomboloni! anche gli indiani qui sembrano diversi, innazitutto ci sono un sacco di indiani in vacanza, indiani ricchi ovviamente, alcuni proprio con un aspetto da mafiosi! Ma piu’ che la Rimini di oggi, se escludi party sulla spiaggia e musica, qui ci fa pensare alla Versilia anni sessanta!
Pero’ un certo fascino ce l’ha anche stare sdraiati in spiaggia su un lettino sorseggiando una birra… .
per due giorni e’ abbastanza, rimpiangiamo gia’ le spiagge deserte di Gokarna. Comunque ieri ci siamo anche esibiti in una sfida a beach volley con una coppia indiana, avremo anche vinto, ma l’eta’ r lo scarso allenamento fisico si sono fatti sentire eccome!
siamo gia’ in delirio shopping pre partenza… delirio che culminera’ a Bombay.
E in fondo speriamo di arrivare in aeroporto e di trovare il volo pieno per overbooking!

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Gokarna

ci siamo rifugiati a Gokarna per 6 giorni, 6 giorni sulla spiaggia, senza internet, telefono (che il cellulare in Karnataka non prendeva piu’!) e gente… una meraviglia!


la Om beach in questo periodo e’ il meglio, senza le folle di sballatoni che arriveranno fra poco e noi ce la siamo proprio goduta. E in buona compagnia: ne approfittiamo per ringraziare Marco, Francesca, Alice e Tommaso, splendida famiglia di Bolzano che ci ha regalato una serata indimenticabile (e la cena migliore da quando siamo in india!) in un posto al di la’ della nostra immaginazione, un resort di sole 24 stanze (appartamenti piu’ che stanze), che sembrava uscito da una rivista. Alla fine ti immagini sempre i resort stile Canarie o Costa Brava, invece quel posto e’ ancora meno affollato del namaste, il posto dove stavamo noi, dove stanno costruendo bungalow uno sopra l’altro… ma poer fortuna, lo ripetiamo, ci siamo solo noi, o quasi. Ci sono anche marcello, un italiano in giro ormai da piu’ di tre mesi, e Paul e Ruben, due spagnoli con cui viaggia da un po’ e con cui suona… fra un po’ li sentiremo alla radio, perche’ era in un delirio creativo e continuavano a scrivere canzoni.
in questo clima di totale pigrizia siamo riusciti a scollarci dalla Om beach un giorno, per andare nella spiaggia vicina (20 minuti di arrampicata in montagna, non esagerare dice massi) ancora piu’ solitaria, eravamo noi due e il compagno indiano, un giovane pescatore con maglietta del Che e il suo cane… paradisia’co (con l’accento sulla a acome dice massi!)

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Mysore 2

prima di raccontare gli ultimi giorni alcune annotazioni generali che ci dimentichiamo sempre di scrivere. Partiamo dal traffico indiamo: a parte il fatto che tutti suonano il clacson sempre, la cosa divertente sono le retro, che hanno dei jingle strani, i piu’ gettonati sono lambada, tanti auguri a te, always cocacola… Ma una cosa davvero carina e’ trovarsi nei paraggi di una scuola all’uscita: migliaia di bimbetti che si ammassano sugli scuolabus, e, ancora meglio, si pigiano nei riscio’ (anche 15 bambini!)
terza annotaione (oggi siamo filosofici, poi capirete perche’): se a Kumily con 15 gradi le donne giravano comunque in sari e basta, qui con 30 gradi ci sno donne e uomini con il maglione di lana nelle ore piu’ calde… mah!
Il secondo giorno a Mysore e’ trascorso tra un altro giro al mercato (con acquisto di incensi), e la visita a Chamudi hill poco fuori Mysore. La chiamano collina ma in realt’ e’ 1200 metri. In cima c’e’ il tempio di Chamudi (ovvero Kali) e un museo della Spiritual University (che hanche varie sedi in Italia) dove gli studenti si preparano ad accogliere la fine dell’era del ferro e il ritorno dell’era dell’oro (un po’ piu’ positiva del giudizio universale, comunque anche li’ un sacco di morti, per quelli che non hanno la conoscenza). I veri fedeli per ragiungere il tempio salgono mille scalini (scalini e’ una parola grossa, lastre di pietra scivolose e di varia altezza). Noi li facciamo in discesa, ma ne portiamo comunque i segni per i successivi due giorni. A meta’ discesa pero’ c’e’ un Nandi (toro di Shiva) gigante, tutto decorato di fiori e colori. La vista di Mysore dall’alto, che secondo la guida era il motivo principale per affrontare la fatica dei milel gradini, ci lascia un po’ perplessi, anzi, non c’era perchee’ e’ pieno di alberi. e pieno anche di scimmie.
Ieri siamo andati invece a un monastero buddista qui vicino (ci sono molti insediamenti di esuli tibetan in quest’area). Sembrava di essere in un film, con tanto di piccoli monaci che giocavano a calcio in un prato, tanti sorrisi e una bella atmosfera. Peccato per le 6 ore di pullman andata e ritorno(altra riflessione: pullman ultra deluxe, ma strada ultra demerde!)
Stamattina siamo andati a un altro tempio nei dintorni, l’unico completo del periodo hoyala, con la pianta a stella e un tripudio di bassorilievi sulle facciate esterne. Nel tragitto facciamo la conoscenza di una donna austriaca, molto esperta dell’india, simpatica e piacevole conversatrice, con cui torniamo e pranziamo perche’ scopriamo d stare nello stesso albergo. Lei ci racconta di aver conosciuto un sadhu vicino a Chamudi hill. allora torniamo ai piedi della scalinata, e la ricerca e’ ardua, perche’ ciascuno ci da’ indicazioni diverse. ma alla fine entriamo un cancelo e compare il sadhu,

con cui passiamo un bel pomeriggio, fatto di discussioni, silenzi pieni di pace, e un continuo osservare il suo viso cosi’ sereno. Ci porta a visitare la tomba del suo guru, che ha passato 25 anni in una caverna sulla collina. Mentre siamo li’ i due vecchietti che vivono con lui ci portano una foglia di banano p[iena di riso… era anche buono, ma avevamo appena mangiato un tali enorme.. Lo spiegamo allo swami, chiedendogli di scusarci con i due vecchietti. lui allora ci dice di assaggiarne solo un po’ e ci ustioniamo le mani perche’ era davvero ready meal! Lo swami e’ circondato da cani e scimmie, un San Francesco tropicale. Alla fine andiamo anche noi a comprare i biscotti per i cani, ma una scimmia lestissima ci fotte una confezionme intera! Ce ne andiamo contenti, noi, i cani, e magari anche il sadhu che ha avuto un pbblico attento per qualche ora. Con un grande desiderio di tornare a trovarlo la prossima volta (che mi sa ma sara’ presto).
Adesso andiamo verso il mare evviva ! In realta’ ci sarebbe Hampi che ci affascina una sacco e tutti ci dicono che e’ bellissima, ma visto che ormai abbiamo pochi giorni e li’ ci si sta tranquillamente piu’ di una settimana ce lo riserviamo per la prossima.

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